Ritmo

Il ritmo in una poesia non è un gioco vano, è il valore intrinseco del verso. La poesia è poesia perché si ha in un sol colpo l'unione di ritmo, significato ed emozione. Ecco quindi che la poesia diventa comunicazione emotiva.
Per leggere una poesia non si deve necessariamente essere un grande attore. La lettura migliore è quella che, tenendo ben conto del verso, tende ad assorbirne il ritmo, ad armonizzarsi su di esso. E questo basta per capire, stupire ed emozionarsi.
La lettura e l'interpretazione di una poesia è un punto di equilibrio fra la lettura, la scrittura e il significato. 
E questo è un po' come nella musica. Un compositore nasce prima come ascoltatore. 
In seguito imparerà a suonare uno strumento e di seguito ad interpretare la musica dei grandi compositori. 
Solo quando avrà interiorizzato queste tecniche potrà iniziare a creare la propria musica (qualunque sia poi il suo valore artistico), ma potrà restare anche solo un semplice interprete di musica senza diventare un compositore.
Nella poesia accade esattamente la stessa cosa.
La poesia interpretata appartiene all'autore e al lettore che compie sempre un atto creativo così come la musica interpretata appartiene all'autore e allo strumentista-esecutore.

Una poesia può manifestare incertezza, disorientamento, variabilità per i molteplici effetti che può suscitare. E questo è certamente un pregio. Quando però vi è ingarbigliamento, sovrapposizioni, parole insignificanti problemi di sintassi allora diffidate perché non c'è poesia.
Un poeta quando è tale non ha bisogno di nascondere nulla. In realtà vuole l'esatto contrario: rivelare quel che poco o tanto che possiede. 
Può capitare che nel creare versi un poeta voglia giocare con le parole ma questo lo fa solo per stile o per assecondare i versi. Lo scopo è però sempre quello di rivelare.

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